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Le discariche possono aiutare l’economia circolare?

Ad ogni rifiuto la destinazione migliore

Spesso si parla di sostenibilità, ma vi siete mai domandati se l’opzione di destinare un rifiuto alla discarica possa concretamente essere la scelta più “sostenibile”? Molte persone tendono a demonizzare gli inceneritori e le discariche, ma sono davvero in conflitto con i principi dell’economia circolare?

In realtà, la risposta potrebbe sorprendere.

Dichiararsi “sostenibili” solo perché si sceglie il recupero dei rifiuti anziché lo smaltimento è un’affermazione impropria e poco precisa.

Proviamo ad affrontare questo concetto in modo più dettagliato, con una breve contestualizzazione.

La direttiva europea 2008/98/CE, nota anche come “Direttiva quadro sui rifiuti”, è stata istituita per proteggere l’ambiente e la salute dei cittadini.

Ha stabilito una gerarchia tra le possibili attività da svolgere riguardo agli scarti e ai rifiuti:

  1. Prevenzione: Ridurre la produzione di rifiuti fin dall’inizio.
  2. Riutilizzo: Dare una seconda vita agli oggetti prima che diventino rifiuti.
  3. Riciclaggio: Trasformare i rifiuti in nuove risorse.
  4. Recupero energetico: Recuperare energia dai rifiuti.
  5. Smaltimento: Ultima opzione, da considerare solo quando le altre non sono possibili.

Questo principio promuove un’economia circolare reale e concreta, riducendo la dipendenza dalle risorse naturali e minimizzando i rifiuti.

Lo smaltimento in discarica è l’ultima opzione tra le possibili attività, ma non è vietato; al contrario, è elencato tra le azioni possibili nell’economia circolare.

Le ragioni sono semplici: alcune tipologie di rifiuti non possono essere inquadrati in nessuna delle altre attività di recupero.

Pertanto, anziché una dispersione incontrollata, le diverse forme di smaltimento autorizzate rappresentano la migliore soluzione per l’ambiente.

Spesso, l’opinione pubblica si oppone all’apertura di nuovi inceneritori e discariche perché li associa a gestioni poco regolamentate con impatti negativi sull’ambiente.

Tuttavia, la verità odierna è diversa.

Termovalorizzatori e discariche sono elementi essenziali per ogni economia nazionale per perseguire l’autosufficienza.

Le conseguenze delle attuali opposizioni politiche e popolari all’apertura di nuovi impianti di questo tipo stanno costringendo l’industria italiana a esportare milioni di tonnellate di rifiuti all’estero per destinarli a inceneritori e discariche fuori dai nostri confini, arricchendo altre economie.

Sarebbe importante capire che grazie all’evoluzione tecnologica e alle restrizioni normative intervenute negli anni, termovalorizzatori e discariche sono attività pienamente compatibili e indispensabili per il principio di salvaguardia dell’ambiente e della salute umana.

È riduttivo e irrealistico pensare che tutte le tipologie di scarti possano essere prevenute, riutilizzate o reimpiegate.

La realtà ci dice che alcuni rifiuti hanno la massima valorizzazione nella generazione di energia derivante dalla loro combustione, mentre altri non possono essere destinati diversamente dallo smaltimento.

Crediamo che sia molto più costruttivo incentivare lo studio di tecnologie e materiali sempre più performanti, che riducono i volumi di trattamento dei rifiuti, o studiare la distribuzione sul territorio degli impianti con maggior impatto, piuttosto che opporsi ciecamente alla presenza di impianti meno nobili, ma comunque indispensabili.

Noi siamo pronti ad agire e voi?

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