La classificazione ADR dei rifiuti
Conosciamo insieme questo adempimento complicato e troppo spesso trascurato
L’ADR, una normativa complessa ma vitale per la gestione dei rifiuti, spesso risulta poco conosciuta.
Sebbene non sia possibile colmare le lacune con un singolo articolo, riteniamo importante aiutare le aziende a conoscere gli obblighi imposti da questa normativa.
CONTESTUALIZZIAMO LA NORMATIVA ADR
La normativa ADR regolamenta il trasporto di merci pericolose, compresi i rifiuti, definendo criteri di classificazione basati sulla pericolosità intrinseca di tali materiali.
Si applica quando un rifiuto potrebbe costituire un pericolo durante il trasporto dal luogo di produzione o detenzione all’impianto di destino.
L’obiettivo principale dell’ADR è proteggere l’ambiente e la salute pubblica.
Per quanto riguarda gli adempimenti imposti dalla normativa ADR, il produttore di rifiuti deve tener conto di diversi aspetti, tra cui l’imballaggio-contenitori, i documenti di trasporto, le procedure operative, la formazione del personale, la nomina di un consulente ADR, nonché l’applicazione di segnaletica e marcature.
È di fondamentale importanza che un produttore di rifiuti si occupi della classificazione ADR, poiché oltre alle sanzioni amministrative, possono derivare responsabilità penali in caso di incidenti causati da una classificazione errata o da una gestione inappropriata dei rifiuti secondo la normativa.
LA CLASSIFICAZIONE ADR
Per evitare ogni tipo di fraintendimento chiariamo subito che la classificazione ADR rappresenta un compito affidato allo speditore (verosimilmente il produttore del rifiuto o un soggetto che agisce per suo conto).
Tuttavia, è essenziale comprendere che la classificazione normativa ADR e quella secondo la normativa sui rifiuti sono due attività distinte.
Sebbene molte informazioni necessarie per entrambe le classificazioni possano coincidere, vi sono specificità proprie di ciascuna normativa.
Inoltre, la classificazione secondo la normativa sui rifiuti assegna un codice EER composto da 6 cifre e le eventuali caratteristiche di pericolo vanno da HP1 a HP15.
D’altro canto, la classificazione secondo la normativa ADR attribuisce un codice UN di 4 cifre e le relative classi di pericolo numerate da 1 a 9.
È importante notare che tutti i rifiuti hanno un codice EER, ma non tutti sono soggetti alla normativa ADR e di conseguenza non tutti possiedono un codice UN.
Per determinare se un rifiuto è soggetto alla normativa ADR, è necessario valutarlo secondo i principi stabiliti da essa, il che implica che tutti i rifiuti debbano essere sottoposti alla verifica di assoggettabilità ADR.
È fondamentale sottolineare che la valutazione della pericolosità di un materiale non sempre coincide tra le due normative.
Molti scarti possono essere considerati pericolosi secondo la normativa sui rifiuti, ma non rientrare nei criteri di pericolosità previsti dalla normativa ADR.
Allo stesso modo, alcuni rifiuti non pericolosi ai sensi della normativa sui rifiuti possono invece essere classificati come pericolosi secondo l’ADR.
Questo evidenzia l’importanza di valutare attentamente l’assoggettabilità ADR di ciascuno scarto, indipendentemente dalla sua classificazione come rifiuto.
Con l’intento di sottolineare alcune di queste differenze, nella tabella che segue facciamo un raffronto fra le implicazioni della pericolosità e della non pericolosità nelle due normative.
Se il rifiuto è NON pericoloso per la…
NORMATIVA RIFIUTI | NORMATIVA ADR |
---|---|
Rifiuto non pericoloso per la normativa rifiuti | Rifiuto privo di pericolosità ADR |
Soggetto agli adempimenti della normativa rifiuti | Non è soggetto ad alcun adempimento ADR |
Si attribuisce un codice EER | Non viene attribuito nessun codice UN |
Se il rifiuto è pericoloso per la…
NORMATIVA RIFIUTI | NORMATIVA ADR |
---|---|
Il rifiuto è pericoloso per la normativa rifiuti | Il rifiuto possiede almeno una delle pericolosità considerate dalla normativa ADR |
Soggetto agli adempimenti della normativa rifiuti | È soggetto agli adempimenti ADR |
Si attribuisce un codice EER ed almeno una delle caratteristiche da HP1 a HP15 | Si attribuisce un codice UN e si definisce la CLASSE principale di pericolo più le eventuali secondarie fra le 13 esistenti |
Raccolta delle informazioni per la classificazione ADR
La classificazione ADR di un rifiuto si basa principalmente sulla sua composizione chimica, inclusi i suoi costituenti e le relative percentuali.
Pertanto, è essenziale utilizzare le informazioni raccolte durante la caratterizzazione del rifiuto, facendo particolare attenzione a risalire alle caratteristiche H del CLP anziché alle caratteristiche HP assegnate ai rifiuti, poiché queste ultime potrebbero non essere sufficientemente dettagliate Inoltre, è importante considerare altre caratteristiche eterogenee, come ad esempio le proprietà merceologiche di alcuni oggetti, la temperatura di trasporto e la presenza di determinate sostanze, come il litio.
Per garantire una classificazione accurata, è fondamentale raccogliere informazioni dettagliate sulla genesi del rifiuto e sulle relative caratteristiche.
Predisposizione di un documento tecnico di classificazione
Anche se non richiesto dalla normativa, riteniamo strategica la redazione di un documento tecnico di classificazione.
Seguendo l’esempio delle linee guida SNPA per la classificazione dei rifiuti, documentiamo le informazioni utilizzate e le conclusioni raggiunte, anche nel caso in cui il rifiuto non sia soggetto alla normativa ADR.
In caso di classificazione ADR, integrare nel documento i principali elementi di gestione pratica da origine ad un documento tecnico che fornisce le informazioni necessarie per tutti i partner coinvolti nella gestione del rifiuto.
I POSSIBILI ADEMPIMENTI IN BREVE
Formazione degli operatori e procedure di gestione.
La presenza di un rifiuto classificato come soggetto ad ADR implica la necessità di redigere procedure operative per gli addetti che manipolano i rifiuti ADR e di fornire formazione specifica.
Questa prescrizione diventa più rilevante all’aumentare del numero e della complessità dei rifiuti ADR prodotti.
Nomina del consulente ADR
In linea di principio, tutte le aziende che producono rifiuti pericolosi, secondo la normativa devono nominare un consulente ADR abilitato.
Tuttavia, esistono circostanze che potrebbero esonerare un’azienda dalla nomina, come le quantità, i tipi di pericoli e le modalità di trasporto.
La valutazione di questa opportunità richiede competenza specifica nel settore.
Gestione dello stoccaggio e preparazione al carico dei rifiuti ADR
La normativa ADR individua tre diverse modalità di trasporto: solido sfuso, liquido in autobotte e confezionati in colli. La scelta della modalità di trasporto incide sugli adempimenti richiesti per la preparazione al carico.
Rifiuti in colli: La normativa definisce in modo dettagliato le caratteristiche degli imballi da utilizzare in base alle classi di pericolo e alla loro intensità.
Vengono specificate anche la tipologia e le dimensioni delle etichette da apporre su ciascun collo.
Solido sfuso e liquido in autobotte: La normativa stabilisce rigide specifiche sulle caratteristiche del mezzo di trasporto in base alle classi di pericolo dei rifiuti.
Ogni mezzo deve esporre marcature che indicano la natura dei pericoli “trasportati”.
Il documento di trasporto
È compito dello speditore preparare un documento di trasporto contenente le informazioni richieste dalla normativa ADR.
Spesso, molte di queste informazioni coincidono con quelle del formulario rifiuti, ed è prassi comune integrare le informazioni aggiuntive nel campo “Annotazioni”.
Consiglio: quando sul formulario il campo “Soggetto ADR” è barrato sul “Sì” dovete sempre verificare che nelle annotazioni siano riportate le relative diciture ADR.
La verifica del mezzo prima della partenza
La normativa ADR attribuisce al caricatore la responsabilità di verificare l’idoneità del mezzo di trasporto prima del carico e di verificare l’esposizione esporre sul veicolo di tutte le marcature richieste per segnalare visivamente i pericoli di trasporto.
Consiglio: create una check-list con tutti gli elementi da controllare sul camion che trasporterà i vostri rifiuti.
Oltre a rendere sistematico il controllo, avrete anche un documento utile da mostrare in caso di controlli per dimostrare la vostra buona gestione.
Conclusioni
Qui concludiamo la nostra esposizione.
Ci sarebbero altri aspetti della normativa ADR da approfondire, come ad esempio i ruoli, ma riteniamo che aggiungerli complicherebbe ulteriormente la trattazione senza apportare significativi benefici.
Confidiamo che le informazioni fornite vi abbiano avvicinato alla comprensione della normativa.
Non ci aspettiamo che con queste spiegazioni diventerete esperti nella gestione degli adempimenti ma più consapevoli di obblighi e responsabilità.
La classificazione corretta di un rifiuto richiede valutazioni e considerazioni che vanno al di là di quanto possa offrire un semplice corso di formazione.
In Smaltimento Assistito, disponiamo di un consulente ADR abilitato che ha superato l’esame ministeriale, ma per garantire ai nostri clienti la corretta applicazione delle disposizioni di questa normativa, ci confrontiamo anche con altri consulenti ADR che hanno una vasta esperienza a riguardo.
Naturalmente, se desiderate approfondire la vostra posizione, vi consigliamo di contattare un consulente ADR abilitato ed esperto per sottoporvi a un audit.
Ricordate che l’eccellenza e la sostenibilità si basano sul pieno rispetto delle normative a cui si è soggetti. Trascurare normative come l’ADR pur preoccupandosi di apparire moderni agli occhi dei clienti, è (a nostro avviso) un’incongruenza.
Se volete approfondire questo argomento scaricate gratuitamente la nostra Guida Pratica per Lo Smaltimento dedicata alla Normativa ADR.
Noi siamo pronti ad agire e voi? Grazie per l’attenzione.