
Oggi risponderò ad una delle domande più scomode che TUTTI e dico TUTTI gli imprenditori mi pongono.
Ogni quanto tempo devo smaltire i miei rifiuti?
Per fortuna che se la fanno!
Il problema è che qualcuno si dà la risposta da solo e come gli piace a lui senza valutare le imposizioni normative.
Se ti ricordi uno dei primi articoli in cui ti ho parlato della mia catalogazione degli imprenditori (CLICCA QUI per leggere il mio articolo “Che genere di imprenditore sei?”), su questo aspetto, si manifesta palesemente la natura dell’imprenditore.
Quando io spiego e illustro la situazione normativa, mi sento rispondere:
– “Perché dovrei smaltire così presto? Smaltisco quando ho voglia io!” … è chiaramente un imprenditore SPROVVEDUTO;
– “sì, lo so che dovrei smaltire più frequentemente, ma se vengono a dirmi qualcosa glielo spiego io perché non lo faccio…” è chiaramente un imprenditore SPREGIUDICATO.
Probabilmente il buonsenso è dalla loro parte, MA C’E’ UN PROBLEMA!
Qualcuno è mai riuscito a evitare una sanzione per un’infrazione, spiegando con il buonsenso le motivazioni ad un controllore?
Scendiamo dal fico e torniamo con i piedi per terra. Loro hanno il coltello dalla parte del manico e il dialogo non esiste! Cosa rischi? Una cosuccia … “stoccaggio illecito di rifiuti”.
Cosa dici? Forse ti conviene valutare attentamente la tua posizione.
Grazie alle nozioni apprese con gli articoli precedenti e alcune dritte che ti darò oggi, sarai in grado di definire autonomamente le tue tempistiche di smaltimento senza essere in balia dei “furbetti”.
I concetti e gli aspetti da prendere in considerazione sono:
1- momento in cui è prodotto un rifiuto (CLICCA QUI per leggere l’articolo: “La metamorfosi dello scarto”)
2- frequenza di produzione di un rifiuto
3- magazzino rifiuti: autorizzato, volumetrico, temporale (CLICCA QUI per leggere l’articolo “Tradimento: lo sai qual è la cosa peggiore?”)
Se vieni a leggere il resto dell’articolo, smonterò un’altra balla colossale che gira intorno ai rifiuti.
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